La Carta dei Beni Culturali della Puglia
L'attività trentennale del laboratorio di fotogrammetria architettonica del Politecnico di Bari si è fondata su tre principi basilari:
- "Conoscere per tutelare". La conservazione e la circolazione di un'auto storica è possibile solo se esistono profondi conoscitori di motori, altrimenti anche una "Ferrari" diventa un mezzo costoso, pericoloso ed inquinante da inviare alla demolizione;
- "Un buon rilievo è già metà progetto". Un progetto, degno di tale nome, nasce da un'analisi approfondita dell'esistente. L'insieme delle analisi, svolte nel tempo, consente l'anamnesi di ogni bene culturale, che "nasce, vive e muore" e, come ogni essere vivente, si trasforma e necessita di cure, basate sempre su un'anamnesi aggiornata;
- "La documentazione dei Beni Culturali non è per pochi e nessuno la può delegare. È importante che la si insegni e si diano gli strumenti, poi è la storia che parlerà della nostra cultura". Un bene culturale è tale se è fonte di cultura, quindi deve essere studiato, cominciando dal rilievo, che ovviamente non può ridursi ad una semplice rappresentazione grafica. Se nelle scuole, di ogni ordine e grado, fosse inserita, quale disciplina facoltativa, la "Fotogrammetria Architettonica", gli studenti interessati potrebbero adottare un monumento ed aggiornare la scheda durante l'intero corso di studi, alimentando, a costo zero, l'archivio on-line.
Sulla base di questi principi, tutti i rilievi curati dal laboratorio, dal 1976 al 2008, sono stati messi in rete, dando vita alla
"Carta dei Beni Culturali della Puglia":
Di notevole rilievo sono i rilievi eseguiti dall'Unità Fotogrammetrica dei Vigili Urbani di Bari nelle zone colpite dal terremoto del 1980.
Selezionado, per esempio, la voce
"terremoto (1980)", si apre un menù con l'elenco di tutti i monumenti rilevati, e, selezionado uno di essi, si apre un pannello scorrevole, contenente l'elenco che mostra, su ogni rigo:
- la coppia di fotorammi;
- il pulsante per richiamare il pannello del restitutore;
- il soggetto della ripresa;
- il nome del monumento ed il particolare ripreso;
- i numeri della ripresa e della scheda;
- la località e la data della ripresa;
- gli operatori, il formato dei fotogrammi, la camera ed il relativo numero di matricola, la base di ripresa e le distanze principali degli obiettivi;
- l'inclinazione ed il decentramento della camera.
Con unclick su "Restituzione" si apre il pannello del restitutore, con la coppia dei fotogrammi scelti, che consente la visione stereoscopica e l'utilizzazione degli stessi.
In fondo al pannello sono riportate tutte le immagini esistenti in archivio e relative al monumento scelto.
L'archivio aperto
A distanza di quarat'anni, l'archivio fotogrammetrico aperto dei Beni Architettonici pare abbia raggiunto l'obiettivo posto dal C.I.P.A. (Comité International de Photogrammétrie Architecturale) nella sua prima riunione (Parigi, 18 e 19 giugno 1970), cioè la costituzione di un archivio internazionale di Rilievi Fotogrammetrici di Beni Architettonici, duplicato e dislocato opportunamente in due centri sicuri.
Le difficoltà principali che hanno ostacolato la costituzione di tale archivio sono state essenzialmente:
- la duplicazione dei fotogrammi. All'epoca la fotogrammetria terrestre era derivata dalla fotogrammetria aerea, finalizzata alla restituzione grafica, dando importanza primaria alla precisione. Dunque le camere metriche utilizzavano, quale supporto dell'emulsione sensibile, lastre di vetro rettificate, di bassa sensibilità e, di conseguenza, di elevato contrasto. La duplicazione, oltre a comportare un costo non trascurabile, non era esente da un degrado dell'immagine;
- il differente formato delle camere metriche. Ogni casa, produttrice di strumenti per fotogrammetria, sceglieva un proprio formato e, di conseguenza, ogni camera richiedeva un proprio restitutore, che oltre ai costi particolarmente elevati, poteva essere usato solo da operatori specializzati. I due archivi centrali avrebbero richiesto costi proibitivi, sia a causa delle apparecchiature non ammortizzabili, sia a causa della scarsa utilizzazione.
- l'utilizzo dei fotogrammi. Quando si parlava di rilievo fotogrammetrico, si faceva riferimento esclusivamente alla restituzione grafica, che, fatta in laboratori specializzati, prescindeva dalle esigenze di chi doveva utilizzare il rilievo, tanto che questi, anche per motivi economici, preferiva ricorrere alla fettuccia metrica. Le coppie stereometriche di fotogrammi, non solo non venivano utilizzate per la scarsissima conoscenza e diffusione degli stereoscopi, ma erano sdoppiate in quanto considerate "copie"
Oggi, grazie alle camere digitali, il rilievo fotogrammetrico è alla portata di tutti.
Una volta chiarito il concetto di "
caso normale", chiunque può tarare la propria macchina fotografica e utilizzare tre semplici equazioni di 1° grado per programmare la restituzione.
Il programma
StereoFot® 7.2, con il proprio archivio, vuol essere un esempio concreto.
Se si pensa che:
- le attuali camere digitali forniscono automaticamente, a corredo delle immagini, una serie di informazioni, tra cui la distanza principale e le coordinate geografiche;
- l'orientamento interno del fotogramma è fisso, infatti non esiste più la pellicola, soggetta a deformazione, spostamento ecc.;
- la duplicazione dei fotogrammi è un "non problema"
- l'inquandratura e la precisione della ripresa, con un minimo di organizzazione, possono essere verificate in loco, con il vantaggio, grazie ad una semplice chiavetta, di poter archiviare in tempo reale i fotogrammi (infatti è venuto meno il processo di sviluppo e stampa dei fotogrammi con i relativi lunghi tempi tecnici);
si può tranquillamente affermare che l'unico problema da risolvere, per effettuare il rilievo, è quello di scattare le due foto senza variare la direzione dell'asse ottico: in pratica basta far scorrere la camera lungo una barra ad "L" e misurare lo spostamento di un punto qualsiasi della camera.
Per la restituzione ` sufficiente:
- fare click sul pulsante "importa foto";
- inserire i dati richiesti (quelli indispensabili sono segnati in rosso);
- fare click sul pulsante "registra"
- effettuare la taratura, se i fotogrammi vengono caricati per la prima volta;
Per quanto riguarda i risultati e, in particolare, la precisione del rilievo, non resta che affidarsi alla legge di Internet: i rilievi non utili non saranno consultati e scenderanno nella graduatoria!
Il restitutore fotogrammetrico on-line
La fotogrametria consente, tramite una coppia di fotografie, scattate con una particolare tecnica, di conoscere le coordinate spaziali di ogni punto osservabile su entrambi i fotogrammi. Si parla, con maggior precisione, di stereofotogrammetria, ed è opportuno fare la distinzione tra:
- fotogrammetria diretta, che consente di rappresentare nei piani xy, xz e yz i punti fotografati. Più precisamente, consente di passare dalle coordinate-lastra (cioè le coordinate delle immagini di detti punti, nei riferimenti cartesiani presenti sui fotogrammi) alle coordinate-terreno degli stessi punti (cioè alle coordinate dei punti nel riferimento spaziale, stabilito dalla stereocamera);
- fotogrammetria inversa, che consente di rappresentare sui fotogrammi punti prescelti dello spazio tridimensionale. Più precisamente, mediante le formule inverse, consente di passare dalle coordinate-terreno di punti prescelti (cioè dalle coordinate dei punti nel riferimento spaziale, stabilito dalla stereocamera) alle coordinate-lastra (cioè alle coordinate delle immagini di detti punti, nei riferimenti cartesiani presenti sui fotogrammi). Questo tipo di fotogrammetria si usa per verificare l'impatto ambientale di nuovi progetti o, meglio ancora, per progettare direttamente nello spazio tridimensionale.
La restituzione consiste essenzialmente nel ricavare le coordinate di punti presenti su emtrambe i fotogrammi e rappresentarli nel piano.
La fotogrammetria digitale consente di effettuare questa operazione via rete.
La novità sta nella facile accessibilità dei fotogrammi da consultare, che possono essere già disponibili in rete o possono essere inseriti dallo stesso utente, il quale, se all'apertura del programma non ha trovato una risposta nel materiale esistente in catalogo, può inserire i propri fotogrammi e scegliere tra:
- integrare un rilievo già avviato. Considerato che le informazioni offerte dal rilievo fotogrammetrico sono solo quelle immagazzinate su entrambi i fotogrammi della coppia impressionata nella ripresa, il rilievo stesso deve comprendere necessariamente più riprese, dette stazioni, di qui il termine di "integrazione" della scheda di rilievo.
Nella finestra di apertura, sotto la voce "Integrazione della scheda di:". compare un campo a scorrimento, contenente i rilievi già avviati.
Se il rilievo desiderato esiste, con un click sulla linea del campo, si richiama la scheda già compilata (fatta eccezione per il campo riguardante la "stazione"), ma che può essere modificata manualmente (per esempio nel caso si adotti una camera con differenti caratteristiche). Oltre al numero dell stazione, sulla planimetria andrebbe aggiunta la posizione della stessa sulla planimetria, che va richiamata con un click sul pulsante corrispondente;
- aprire una nuova scheda. Con un click sul pulsante "apri un nuova scheda" compare la scheda da compilare.
È dato per scontato che la ripresa deve essere stata fatta nel pieno rispetto del "caso normale" e (altra condizione da rispettare) il formato originale dei fotogrammi è 8x6 cm., ingrandito digitalmente dieci volte, cioè 80 x 60 cm. (2268 x 1701 pixel con una risoluzione di 72 dpi).
Sulla scheda troviamo due pulsanti di grandi dimensioni, cui si deve l'apertura della finestra di dialogo per la selezione delle immagini, quindi, nell'ordine, i campi per la scrittura di:
- nome dell'oggetto del rilievo;
- giorno/mese/anno, in cui è stato effettuato il rilievo;
- città, provincia e nazione in cui si trova l'oggetto della ripresa;
- coordinate geografiche, per l'individuazione della località sulla pappa di Google. Con un click sul pulsante "georeferenzia" si apre la mappa di Google: Indicando la località, la mappa s'ingrandisce in corrispondenza della stessa e, dopo la sistemazione del marcatore sulla posizione prescelta, si chiude, mentre le coordinate vengono registrate automaticamente nell'apposito campo;
- nome di chi ha effettuato la ripresa (persona fisica o società), che può indicare anche il proprio sito Web (nell'apposito campo);
- formato lastra in millimetri (o equivalente del sensore nel caso di camere digitali);
- la marca e i dati caratteristici della camera utilizzata nella ripresa;
- la marca dell'obiettivo adottato;
- la focale della camera, misurata in millimetri e corrispondente al formato lastra utilizzato (sensore oppure equivalenti dimensioni della pellicola);
- distanza principale, diversa per i due fotogrammi se la ripresa è stata effettuata con fotocamere diverse. Al fine di mantenere inalterato l'orientamento interno, di primaria importanza è la corrispondenza tra le misure della distanza principale (letta con la precisione del centesimo di millimetro) e le dimensioni-lastra (nell'elaborazione dell'immagine deve restare inalterato l'angolo al vertice del triangolo avente per base la larghezza del fotogramma e per altezza la stessa distanza principale);
- la base (distanza tra i punti di ripresa) misurata in metri;
- l'inclinazione, misurata in gradi sessagesimali, della camera al momento della ripresa;
- il decentramento. Per decentramento s'intende la distanza tra il centro della lastra ed il punto d'intersezione della verticale alla lastra stessa condotta dal vertice del cono di proiezione. Nela caso della stereocamera Wild C120 il decentramento (nullo nella generalità delle camere) corrisponde ad 1/3 dell'altezza del fotogramma e si parla semplicemente di decentramento verso l'alto o verso il basso.
- il nome e l'indirizzo di posta elettronica di chi effettua la restituzione, utili per la costituzione dell'archivio.
- con un click sul pulsante "documentazione", si apre,in fondo alla pagina, un campo in cui è possibile scrivere (o incollare) un testo, oppure importare delle immagini, che possono essere ridimensionate.
La visione stereoscopica
Per rilevare le coordinate di un punto fotografato, occorre rilevare le coordinate della sua immagine sul fotogramma sinistro e su quello destro. A tal fine sui fotogrammi è possibile far muovere (mediante i tasti) una "marca" di cui si conoscono le coordinate nel sistema di riferimento dei rispettivi fotogrammi.
Evidentemente, nel caso di superfici discontinue (che presentano vertici e spigoli), è possibile posizionare separatamente le due marche sui punti corrispondenti, ma nel caso di superfici continue, come sfere o cilindri, risulta indispensabile l'osservazione stereoscopica dei fotogrammi stessi.
In questo restitutore i fotogrammi sono predisposti per la visione con:
assi visuali divergenti.
All'apertura del programma, il pulsante "assi divergenti" risulta già selezionato ed è possibile, con l'aiuto di appositi tasti, posizionare le "marche mobili" sui punti corrispondenti.
Per la visione stereo occorre osservare il fotogramma destro con l'occhio destro e quello sinistro con l'occhio sinistro. Considerato che la distanza tra i punti corrispondenti è superiore a 6-7 cm., per tale osservazione diventa indispensabile rendere divergenti gli assi visuali.
Nel caso non si voglia far riscorso ad appositi occhiali, l'ostacolo da superare non è molto diverso da quello che deve affrontare chi si accosta al pianoforte: in questo caso occorre fare degli esercizi per rendere indipendenti le mani, nel nostro caso occorre fare una ginnastica oculare, per rendere indipendenti gli occhi nel movimento.
assi visuali convergenti. Con la selezione del pulsante "assi convergenti", il fotogramma destro viene spostato a sinistra e viceversa per l'altro fotogramma.
Questo tipo di osservazione sfrutta la capacità, che tutti hanno acquisito sin dall'infanzia, di far "convergere gli occhi" e ciò consente di osservare con l'occhio destro il fotogramma destro, posto a sinistra, e con l'occhio sinistro il fotogramma sinistro, posto a destra.
Inizialmente si vedranno i due fotogrammi oscillare, ma con un piccolo allenamento è possibile farli sovrapporre ed osservare un'unica immagine in rilievo.
Continuando l'allenamento, si riesce anche a seguire la marca mobile ed effettuare la restituzione.
In caso di difficoltà si consiglia l'utilizzazione di un visore, realizzato secondo lo schema planimetrico di seguito riportato , dove:
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b è la distanza dal monitor SS, di comoda osservazione, in cui va posizionato uno schermo con due oculari 00 privi di lenti;
a è la distanza tra i due oculari, uguale alla distanza interpupillare dell'osservatore (è opportuno che tale distanza sia variabile);
c è la larghezza della schermata di StereoFot;
d è la larghezza delle finestre contenenti le immagini stereometriche.
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In pratica il visore sfrutta la nostra capacità di incrociare gli assi visuali: per guardare il monitor, attraverso l'unica apertura posta al centro dello schermo FF, l'osservatore è costretto ad incrociare gli assi visuali, dirigendoli sui due fotogrammi, la cui posizione è stata invertita proprio per fare in modo che l'occhio destro veda solo il fotogramme destro e l'occhio sinistro solo il fotogramma sinistro. Il setto centrale G è destinato proprio ai principianti, portati ad osservare entrambi i fotogrammi con tutti e due gli occhi.
stereoscopio. Selezionado questo pulsante, i due fotogrammi vengono ingranditi alle dimensioni di 800 x 600 pixel e distanziati per l'osservazione con uno stereoscopio a specchi con base 24 cm.
Lo stereoscopio è uno strumento che, attraverso una coppia di oculari, consente una comoda visione dell'immagine stereo, dirigendo, grazie ad un sistema di specchi, gli assi visuali di destra e di sinistra sui rispettivi fotogrammi.
Per una comoda visione è sufficiente adattare gli oculari dello stereoscopio alla propria distanza interpupillare.
Lo stereoscopio Wild ST4 adattato allo schermo da 22" del Mac G4.
anaglifo. Questo pulsante va selezionato quando si hanno a disposizione gli occhiali anaglifici.
Si parla di anàglifo quando, per osservare conmporaneamente l'immagine di destra con l'occhio destro e quella di sinistra con l'occhio sinistro, si fa ricorso a filtri di colori complementari. Nel nostro caso è previsto il rosso per l'occhio sinistro ed il ciano (verde-blu) per l'occhio destro.
Per verificare se i colori degli occhiali sono complementari di quelli riportati sulle immagini, è sufficiente tener presente che con il filtro rosso deve essere visibile solo l'immagine virata in rosso e con l'altro filtro (ciano) solo l'altra immagine avente lo stesso colore.
La marca mobile, nella visione stereo, assume un unico colore giallo e lo spostamento mediante i tasti è funzione della velocità di rete e del computer di cui si dispone.
uso degli occhiali anaglifici
La programazione è stata effettuata in HTML 5 e la colorazione in rosso e ciano (blu-verde) delle immagini se, da un lato, grazie agli occhiali anaglifici, consente una valida visione stereoscopica, dall'altro comporta un "appesantimento" che richiede un buona velocità di rete e un buon computer, oltre che un minimo di allenamento nel caso in cui si debbano effettuare i rilievi dei punti.
In ogni caso, per migliorare l'osservazione si può sovrapporre la zona che interesa, con l'aiuto della barra con cursore sottostante, mentre per effettuare il rilievo di un punto occorre procedere nel modo seguente:
- fare click sull'immagine del punto. Senza gli occhiali si vedranno due immagini. In questo caso fare click sull'immagine di destra (in rosso). Con gli occhiali si vedrà una sola immagine in rilievo e due cursori. In questo secondo caso portare il cursore colorato in rosso (posto a sinistra) sul punto prescelto;
- dopo il click, l'immagine viene ingrandita e compare la marca mobile;
- con l'aiuto del cursore posizionare la marca mobile sul punto prescelto. Senza gli occhiali si vedranno due immagini: una in rosso (a destra) con la marca posizionata sul punto e l'atra spostata. Con l'ausilio del cursore questa deve essere spostata fino a sovrapporsi alla prima (per piccoli spostamenti utilizzare i tasti Z e X).
- eventuali aggiusti della marca mobile possono essere fatti con l'aiuto dei tasti freccia ed per il rilievo si segue la procedura adottata per la "diretta".
l'immagine come appre dopo la selezione del pulsante "anaglifo"
la marca mobile posizionata sul punto prescelto
occhiali anaglifici
Teroricamente, qualsiasi computer collegato ad Internet consente l'utilizzo di StereoFot.
In pratica, occorre tener presente che il programma deve gestire due immagini a 256 livelli di grigio, con dimensioni che variano da un minimo di 800 x 600 pixel ad un massimo di 2268 x 1701 pixel, con la risoluzione a 72 dpi. Il software è stato sviluppato e, quindi, testato su un computer Mac con processore 1.3 GHz, con memoria 4GB 1600 MHz DDR3.
Per
base, in fotogrammetria, s'intende la distanza fra i due punti di ripresa fotografica, che può essere uguale o maggiore della distanza fra gli occhi, dando luogo alla:
visione stereoscopica naturale, alla quale siam abituati fin dalla nascita. La distanza tra i punti di ripresa corrisponde alla distanza interpupillare (6-7 cm.) ed è quella offerta dalle comuni macchine fotografiche stereo.
stereocamera e visore stereoscopico
visione stereoscopica artificiale, ottenuta variando la distanza tra i punti di ripresa (base).
L'immagine, riportata di seguito, riguarda una sperimentazione nella scuola elementare.
Il bambino, osservando le due foto con lo stereoscopio, vede, al centro, un'unica immagine tridimensionale, che indica con il dito.
stereoscopico Wild ST4
Osservando, per esempio, una coppia di fotogrammi ripresi con base di 3 metri, si avrebbe la visione di un ipotetico gigante, i cui occhi sono distanti tre metri. Considerato che ognuno di noi, per meglio osservare un oggetto, lo prende fra le mani ed in questo caso il rapporto tra la distanza interpupillare e quella dell'oggetto è mediamente di 1/10, in fotogrammetria il rapporto tra la base e la distanza di ripresa varia tra 1/5 ed 1/20, in modo da poter osservare il modello virtuale dell'oggetto ripreso, ridotto in scala, alla distanza media di un metro. Lo schema riportato di seguito, mostra il modello ripreso con base b1 ed il modello virtuale osservato con base b2, ridotto nella stessa scala della base. Da precisare che, nella riduzione in scala del modello 1-2-3 varia solo la distanza fra i fotogrammi, le cui dimensioni restano inalterate.
Al fine di consentire un migliore posizionamento della marca mobile, il modello osservato viene "allungato" con la variazione della distanza di osservazione dei fotogrammi. Lo schema successivo mostra gli effetti derivanti dalla variazione della distanza "c" citata, lasciando inalterate le dimensioni dei fotogrammi e la distanza tra gli stessi.
Nei primi stereovisori, la distanza dei fotogrammi dalle lenti poteva essere variata, appunto per consentire un aumento della "sensazione di profondità.
Fotogrammetria diretta
La fotogrammetria diretta consente di osservare il modello tridimensionale dell'oggetto fotografato, ridotto in scala per essere osservato alla distanza di circa un metro e consente il rilievo dei punti visibili sulla coppia di fotogrammi con:
- calcolo delle coordinate x, y, z in un riferimento cartesiano ortogonale con l'origine nela camera di sinistra;
- numerazione, nell'ordine di esecuzione, e deposito in appositi campi;
- esportazione di detti punti sul server;
- importazione degli stessi, al fine di eventuale integrazione del rilievo.
Dando per scontato che dal Catalogo generale sia stata già scelta la coppia di fotogrammi e, quindi, abbiamo già la relativa videata, per effettuare il rilievo occorre:
- selezionare il radio-button diretta;
- quando il cursore si trova sul fotogramma ripreso da sinistra, assume la forma di una crocetta, quindi, fare click sul punto prescelto. L´immagine viene ingrandita ed è possibile posizionare con precisione la marca mobile, utilizzando i "tasti-freccia". Ovviamente se si tratta di punti facilmente individuabili, è possibile posizionare la marca mobile prima nel fotogramma di sinistra e, poi, nel fotogramma destro, altrimenti diventa indispensabile la visione stereoscopica;
- con l'aiuto dei tasti "C" e "V", centrare, con la marca mobile, il punto corrispondente sul fotogramma destro (nella visione stereo dei fotogrammi, la marca mobile si muove in profondità);
- con il click sul pulsante "rileva" i dati (coordinate-terreno e coordinate-lastra) vengono archivati temporaneamente nei corrispondenti campi. Il terzo campo "piano orizzontale" archivia le coordinate dei punti rilevati, proiettati sul piano orizzontale. Ovviamente, quando la ripresa viene fatta con assi orizzontali, queste coordinate sono uguali a quelle archiviate nel primo campo.
- ripetere l´operazione per gli altri punti, tenendo presente che nella rappresentazione saranno collegati in sequenza;
- per interrompere la linea, che congiungerà i punti, va utilizzato il pulsane con il trattino (sottostante il pulsante "rileva");
- se si è in presenza di un arco a tutto sesto, ripreso frontalmente, si può utilizzare il pulsante contrassegnato da un semicerchio, che imposta l'arco, e poi rilevare i due punti d'imposta;
- fare click sul pulsante "disegna" per rappresentare il rilievo effettuato;
- con un click sul pulsante "esporta" si apre una finestra di dialogo che consente di assegnare un nome al rilievo, con un click su OK i dati vengono archiviati sul server;
- con il pulsante importa si apre un pannello con l'elenco dei rilievi presenti sul server, tra i quali possiamo scegliere quello da richiamare per opportune integrazioni. Dopo il click sul pulsante, i dati vengono riportati nei tre campi riservati alle coordinate.
In basso, a destra dello schermo sono riportati: il numero d'archivio dei fotogrammi, le dimensioni degli stessi sullo schermo, il coefficiente di riduzione, la base di ripresa, le distanze principali, il decentramento, l'inclinazione della camera e, per ogni punto rilevato, le coordinate-lastra e le coordinate-terreno dello stesso.
Il disegno stereo
Il pulsante "disegna" traccia, su entrambi i fotogrammi, una linea che congiunge, in sequenza, i punti rilevati e registrati nel campo a scorrimento.
Ovviamente il grafico, osservato allo stereoscopio, appare tridimensionale.
rilievi di particolari nella cattedrale di Abriola (PZ)
restituzione di una coppia di fotogrammi della Cattedrale di Acerenza
Fotogrammetria inversa
La corrispondenza biunivoca tra le coordinate-lastra e le coordinate-terreno, consente di ricavare le prime in funzione delle seconde. Ciò diventa particolarmente utile nella progettazione, perché consente di disegnare direttamente sull'immagine della zona oggetto della trasformazione progettuale.
Per utilizzare al fotogrammetria inversa occorre:
- dotarsi di un stereoscopio o, comunque di occhiali per la visione stereoscopica, indispensabile per controllare gli spostamenti della marca mobile, che possono avvenire solo con comandi da tastiera;
- selezionare il radio-button "inversa". La marca mobile viene sostituita da una palina colorata in giallo-nero, che, nella foto di sinistra è affiancata da un campo, colorato in blu. Quando la palina viene spostata in una delle tre direzioni x,y,z il campo riporta il valore della coordinata relativa.
La palina può essere posizionato sul punto prescelto:
- con i tasti-freccia, per spostamenti nel piano XZ (lo spostamento unitario della palina è di 1 cm., mentre con il tasto "ctrl" abbassato è di 10 cm.);
- con i "C" e "V", per spostamenti nella direxione dell´asse Y (profondità).
- selezionare il pulsante "rileva" per archiviare temporaneamente le coordinate della palina nei campi "coordinate terreno" e "coordinate fotogramma". I punti rilevati saranno collegati da una linea nella stessa sequenza del rilievo.
- l´operazione va ripetuta per tutti i punti interessati.
Il sistema di riferimento ha:
- l´origine nell´obiettivo della camera fotografica di sinistra;
- l´asse X nella direzione della congiungente gli obiettivi delle camere, diretto verso la cafotocamera destra;
- l´asse Y nella direzione dell´asse ottico della fotocamera di sinistra, diretto verso l'oggetto ripreso;
- l´asse Z diretto verso l´alto, ortogonalmente al piano XY.
Inoltre:
- con un click sul pulsante "nuovo origine" è possibile spostare l´origine del sistema di riferimento nel punto in cui si trova il palina.
- con il pulsante "disegna", i punti rilevati vengono collegati in modo da rappresentare una figura geometrica che può essere colorata selezionando il pusante "colora".
- con il pulsante "esporta" i punti rilevati vengono esportati in un documento sul server, per essere poi richiamati con il pulsane "importa";
- per la misura della distanza tra due punti A e B utilizzare i pulsante "misura":
- portare la palina sul punto A e fare click sul corrispondente pulsante radio;
- portare la palina sul punto B e fare click sul corrispondente pulsante radio;
- leggere la distanza, misurata in metri, nel campo sottostante (AB = m. ....).
- con un click sul pulsante "modello", i punti rilevati (le cui coordinate sono contenute nel primo campo) vengono collegati, nella sequenza del rilievo effettuato, ed il grafico ottenuto può essere spostato:
- nel piano XZ mediante i tasti-freccia;
- nella direzione Y con i "C" e "V".
- In basso, a destra del pannello, sono riportati i dati del rilievo
Il modello stereometrico
Questa funzione può risultare particolarmente utile per la verifica dell'impatto ambientale di un volume e, con l'indispensabile utilizzo della visione stereoscopica, si concretizza nelle seguenti operazioni:
- selezione del pulsante-radio "inversa" per passare alla modalità fotogrammetria inversa;
- rilevare i punti destinati ad individuare il volume che s'intende rappresentare oppure importare un modello dalla libreria. Il rilievo del volume, che s'intende rappresentare, è dato dall'insieme dei punti contenuti nel campo "coordinate";
- selezione del pulsante disegna per la rappresentazione del modello presente numericamente nel campo posto a destra (coordinate-terreno);
- selezione del pulsante modello per mettere in memoria il modello;
- selezione del pulsante-radio "modello" per muovere il modello nel sistema xyz, che ha l'origine nel punto di ripresa di sinistra. In particolare:
- con i tasti-freccia il modello viene spostata nel piano xz;
- con i tasti "C" e "V" lo spostamento avviene nella direzione y (profondità).
Due esempi per un'idea del modello virtuale stereometrico:
- la sistemazione virtuale di un solido piramidale nel campo di prova
- la modellazione stereometrica dell'interno della Cattedrale di Acerenza (PZ)
Misura della distanza tra due punti A, B
- Fotogrammetria diretta:
Per misurare la distanza tra due punti A e B nel caso della fotogrammetria diretta (pulsante-radio "diretta"; selezionato):
- click sul pulsante "misure";
- sistemare la marca mobile sul punto "A";
- click sul pulsante "rileva";
- selezionare il pulsante-radio del punto A (le coordinate compariranno nel relativo campo);
- ripetere le operazioni per il punto "B"
- leggere la misura della distanza "AB" (fornita in metri) nel campo relativo posto in basso, a destra del pannello.
- Fotogrammetria inversa:
Nel caso della fotogrammetria inversa (pulsante-radio "inversa"; selezionato), la marca mobile è sostituita da una palina in giallo-nero (accompagnata, nel fotogramma sinistro, da un campo blu con i valori della coordinata variata) che viene comandata esclusivamente da tastiera (tasti-freccia per spostamenti nel piano xz, i tasti C e V per spostamenti secondo y (profondità):
- sistemare la marca mobile sul punto "A";
- selezionare il pulsante-radio del punto A (le coordinate compariranno nel relativo campo);
- ripetere le operazioni per il punto "B";
- leggere la misura della distanza "AB" (fornita in metri) nel campo relativo (in basso a destra).
Il fotopiano
Quando si è in modalità "diretta" e si seleziona "rappr. nel piano XZ", si apre un pannello per la rappresentazione dei punti rilevati.
Agendo sul pulsante "Importa rilievo", posto in alto a sinistra, si apre l'elenco dei rilievi esistenti in archivio. Selezionando uno di questi, le coordinate compaiono nel campo sottostante il pulsante stesso, mentre il fotogramma di sinistra compare, in formato ridotto, in basso, nella pulsantiera di destra.
Con un click sul pulsante "mostra", posto sotto la fotografia, questa può essere richiamata sullo schermo. In mancanza del rilievo, si può agire sul pulsante "importa" (esistente sulla pulsantiera, in basso a destra), che apre una finestra di dialogo, di seguito mostrata, per richiamare direttamente la fotografia.
Quando sul fotogramma sono presenti delle superfici piane, perpendicolari all'asse di ripresa, è possibile portarle in scala. In tal caso, dopo aver rilevato la larghezza e l'altezza della superficie, il fotogramma può essere ingrandito o ridotto, in modo da essere riportato nella scala del disegno, grazie a due barre di scorrimento, che appaiono a destra e sul fondo del piano di disegno. Su di esso si può disegnare e digitalizzare qualsiasi grafico.
A tal fine, sulla paletta sono riportati:
- il pulsante-radio "FOTO", selezionando il quale è possibile, con il cursore che assume la forma di manina, spostare il fotogramma sul piano;
- il "numero del fotogramma" importato;
- il "fotogramma" in dimensioni ridotte;
- il pulsante "mostra" (o "nascondi"), con il quale si richiama il fotogramma presente nell'icona.
- il pulsante "importa", che consente di utilizzare fotogrammi o fotografie presenti sul proprio computer (dimensioni 2268 x 1701 pixel a 72 dpi).
I cursori sulle barre di scorrimento, consentono di variare le dimensioni del fotogramma da 0 a 2268 pixel in orizzontale e da 0 a 1701 pixel in verticale (dimensioni originali del fotogramma).
Le basi geometriche
Questo restitutore è stato programmato per la restituzione di rilievi fotogrammetrici eseguiti secondo il cosiddetto "caso normale", cioè con gli assi ottici delle camere disposti ortogonalmente alla base (congiungente le due camere).
Nella rappresentazione planimetrica della fig.1 sono schematizzate e colorate in giallo due fotocamere che riprendono il punto P, la cui immagine si proietta, attraverso gli obiettivi O1 e O2, sui fotogrammi (segmenti colorati in azzurro).
Se le fotocamere sono disposte con gli assi ottici degli obiettivi paralleli e con i fotogrammi complanari, dalla similitudine dei triangoli, tratteggiati in figura, si possono ricavare le due formule riportate nella figura stessa.
Prendendo in considerazione il sistema cartesiano XY, possiamo rilevare una corrispondenza biunivoca tra le coordinate (x,y) del punto P e le coordinate lineari x' e x" (nel sistema di riferimento dei fotogrammi) delle immagini dello stesso punto.
Passando, poi, alla rappresentazione spaziale della fig.2, dalla similitudine dei triangoli colorati in blu, si evince anche una proporzionalità tra la quota
z del punto e la corrispondente rappresentazione sui fotogrammi e si arriva facilmente alle tre formule riportate nella figura stessa del cosiddetto "
caso normale", le cui condizioni sono:
assi ottici paralleli e fotogrammi complanari.
Per quanto riguarda la
c è opportuno precisare la differenza tra la distanza principale e la focale: una camera metrica può avere focale f = 60 mm. e distanza principale c = 63,68 mm.. Quest'ultima corrisponde alla distanza tra il centro di proiezione dell'obiettivo ed il piano del fotogramma, al momento della ripresa. Nella fig.3, prendiamo in considerazione la similitudine fra i triangoli colorati in verde, indichiamo con
A' è la lunghezza di un'asta orizzontale fotografata e con
a la sua immagine e con
C' la distanza dell'asta dalla fotocamera, con un'approssimazione accettabile, la distanza principale vien data dalla formula riportata nella figura stessa.
L'ultima considerazione riguarda le unità di misura ed i possibili errori di misura.
Intanto prendiamo atto (dalle formule) che un eventuale errore nella misura della
c (distanza principale) influenza solo la
y (profodità), intervenendo pesantemente, perché misurata con la precisione del centesimo di millimetro.
Per avere un'idea dell'influenza dei diversi parametri, facciamo l'ipotesi di avere a disposizione i dati colorati in verde nella tabella seguente ed alteriamo di 1/100 i valori colorati in rosso (nell'ultima riga la distanza principale è stata arrotondata):
base | c | x' | x" | x | y |
1,20 | 63,68 | 5,96 | 3,08 | 2,48 | 26,53 |
1,21 | 63,68 | 5,96 | 3,08 | 2,50 | 26,75 |
1,20 | 63,69 | 5,96 | 3,08 | 2,48 | 26,53 |
1,20 | 63,68 | 5,97 | 3,08 | 2,47 | 26,44 |
1,20 | 63,68 | 5,96 | 3,07 | 2,49 | 26,62 |
1,20 | 63,00 | 5,96 | 3,08 | 2,48 | 26,25 |
La camera metrica
La camera metrica è una macchina fotografica, dotata di obiettivo di grande qualità, della quale si conosce l'orientamento esterno e l'orientamento interno, intendendo per:
- orientamento esterno, l'orientamento della camera al momento della ripresa. In pratica, nel caso normale, ci limita a rilevare l'inclinazione della camera sul piano orizzontale, oltre che l'ortogonalità rispetto alla base (come viene definita la congiungente i due punti di ripresa);
- orientamento interno, l'orientamento del fascio di raggi, proiettanti l'immagine sulla superficie sensibile, rispetto alla superficie stessa. In pratica, questo orientamento viene rilevato in fabbrica (taratura della camera) e viene fornito con la distanza principale ed il punto principale intendendo per:
- distanza principale, la distanza tra il centro di proiezione e la superfici sensibile al momento della ripresa. Considerato che le camere metriche sono a fuoco fisso, questa distanza è una caratteristica della camera e viene impressa sul fotogramma;
- punto principale, il punto d'intersezione delle congiungenti le marche opposte, impresse sui quattro lati del fotogramma.
La camera di ripresa, per la quale è stato scritto questo programma, è la stereocamera Wild C120, in dotazione al laboratorio di Fotogrammetria Architettonica del Poitecnico di Bari e all'Unità Fotogrammetrica dei Vigili urbani di Bari.
Si tratta di due camere metriche, collegate rigidamente alla distanza di m. 1.20 (base) e sincronizzate nello scatto, le cui caratteristiche principali sono:
- focale 60 mm. Per focale s'intende la distanza tra il centro di proiezione e la lastra, quando la "la messa a fuoco" è su infinito, mentre per distanza principale s'intende la distanza sopra citata, misurata con la precisione di 1/100 mm. al momento dello scatto (distanza fissa e misurata in fabbrica nel caso di camere a fuoco fisso). Si spiega così perché la stereocamera ha due camere con la stessa focale, ma distanze principali diverse;
- base 120 cm. Obiettivo basilare della fotogrammetria è quello di mettere a portata di braccia il modello tridimensionale dell'oggetto fotografato. Considerato, quindi, che la distanza tra gli occhi (base di osservazione) è di 6 cm. e la distanza di un oggetto osservato, tenuto fra le mani, varia mediamente tra 25 cm. e un metro, il rapporto base/distanza varia tra 1/5 e 1/25. Dunque per avere questo rapporto nella ripresa fotogrammetrica la base di ripresa deve essere compresa tra 1/5 e 1/25 della distanza cui si trove l'oggetto da rilevare. Nel nostro caso, con la base di 1.20, possiamo rilevare oggetti posti ad una distanza compresa tra 6 e 24 metri.;
- fomato lastra 6 x 9 cm. La stereocamera Wild C120 accetta chassis porta-lastre del forna 6x9 cm ed ha in dotazione due caricatori da 12 chassis ciascuno;
- formato immagine 60 x 80 mm. Il quadro di appoggio della lastra, nella Wild C120, misura 6x8 cm. e sui bordi verticali, a 2/3 dell'altezza, porta due marche, illuminate per metà dalla luce solare e per l'altra metà da lampada a batteria. La distanza fra le marche misura 75 mm. e nel punto di mezzeria trovasi il punto principale, intersezione, con il piano della lastra, della perpendicolare condotta dal centro di proiezione dell'immagine alla lastra stessa. Il riferimento cartesianoxy, stabilito sul fotogramma, ha:
- l'origine nel punto principale;
- l'asse x lungo la congiungente le marche stesse e con senso positivo verso destra;
- l'asse y in direzione ortogonale e con senso positivo verso l'alto;
- decentramento verticale 10 mm. La camera Wild C120 è nata per il rilievo degli incidenti stradali, quindi è stata predisposta per avere, in posizione orizzontale, un angolo di ripresa maggiore verso il basso. Per questo motivo il punto principale non si trova al centro del fotogramma, ma è spostato verso l'alto di 10 mm. In seguito la camera è stata dotata di una testata che ne consente il capovolgimento (in modo da avere il decentramento verso il basso ed un angolo di ripresa maggiore verso l'alto).
- inclinazione. Con l'adozione della testata, la stereocamera può effettuare riprese inclinate di 10°, 30° 60° e di 90° per riprese zenitali;
- angolo di ripresa orizzontale. l'angolo di ripresa orizzontale della camera stereometrica è quello comune alle due camere ed è di 60°. Va tenuto presente che l'angolo di ripresa di una camera è l'angolo al vertice di un triangolo che ha per base un lato del fotogramma, per altezza la focale (o, per la precisione, la distanza principale) ed il vertice sulla perpendicolare condotta per il punto principale.
- angolo di ripresa verticale. Grazie al decentramento, questo è asimmetrico e misura 17° verso l'alto e 33° verso il basso o viceversa, in caso di capovolgimento.
la stereocamera Wild C120 in dotazione all’Unità Fotogrommetrica dei Vigili Urbani di Bari
Fotocamera digitale
Quando non si dispone di una camera metrica e si vuol procedere con una comune macchina fotografica, occorre prendere atto dei principali inconvenienti cui si va incontro e che possono così riassumersi:
- qualità dell'obiettivo, che dovrebbe essere esente da distorsioni;
- distanza principale, che nelle camere metriche viene fornita dalla fabbrica;
- determinazione dell'orientamento interno ed esterno.
La camera digitale, se riferita alla camera analogica e si considera superato il problema
risoluzione, presenta alcuni vantaggi, quali:
- l'immagine non è più soggetta alle deformazioni, che la pellicola subiva, specie nella fase di sviluppo;
- non esiste più il problema della planeità del supporto sensibile;
- non esiste più il problema dell'orientamento del fotogramma nel restitutore. Infatti le marche fisse erano una prima conseguenza della posizione variabile della lastra o della pellicola piana all'interno dello chassis. Nella camera digitale, usata senza automatismi, la posizione del fotogramma può ritenersi fissa;
- al momento dello scatto, il fotogramma immagazzina una serie di informazioni che, come quelle segnate in rosso nell'elenco seguente (Panasonic Megapixel Digital Camera), possono tornare utili nell'archiviazione:
- Spazio colore: sRGB
- Configurazione componenti: 1, 2, 3, 0
- Bit compressi per pixel: 4
- Contrasto: Normale
- Elaborato ad hoc: Processo normale
- Data/Ora digitalizzata: 26/feb/2014 19:42:37
- Data/Ora originale: 26/feb/2014 19:42:37
- Rapporto zoom digitale: 0
- Versione Exif: 2.2.1
- Valore inclinazione esposizione: 0
- Modalità esposizione: Esposizione automatica
- Programma esposizione: Programma normale
- Tempo esposizione: 1/13
- Sorgente file: DSC
- Flash: Il flash non si è attivato, modalità flash obbligatorio
- Versione FlashPix: 1.0
- Numero F: 2,8
- Lunghezza focale: 4,8
- Lunghezza focale pellicola 35mm: 27
- Controllo guadagno: Guadagno alto verso l'alto
- Velocità ISO: 400
- Sorgente di luce: sconosciuto
- Valore apertura massima: 3
- Modalità di misurazione: Modello
- Dimensione pixel X: 3.648
- Dimensione pixel Y: 2.736
- Saturazione: Normale
- Tipo di acquisizione scena: Standard
- Tipo di scena: Immagine fotografata direttamente
- Metodo di rilevazione: Sensore area colore (One-chip)
- Nitidezza: Normale
- Bilanciamento bianco: Bilanciamento di bianco automatico
- AFInfo: 0.4750548, 0.4751462, 0.04989035, 0.0497076, f
- Stabilizzazione immagine: 1
- Numero di serie: S030809300526
Prima di cimentarsi nel rilievo, è opportuno rendersi conto almeno degli errori sistematici, limitandosi a:
- obiettivo. Il minimo che si possa fare consiste nel fotografare una superficie quadrettata, ortogonale all'asse ottico dell'obiettivo, quindi sovrapporre al fotogramma (con un qualsiasi programma di fotoritocco) un reticolo e rendersi conto delle deformazioni esistenti.
- orientamento esterno. Dovendo effettuare una ripresa secondo il caso normale, è sufficiente spostare la fotocamera (lo spostamento corrisponde alla base), rispettando l'ortogonalità dell'asse ottico rispetto alla congungente i due punti di ripresa (si può pensare ad un profilato ad L, sul quale poggiare la camera oppure ad un carrello scorrevole).
- orientamento interno. Considerato che il sistema di riferimento cartesiano ortogonale, determinato nella ripresa, ha:
- l'origine nella camera, quando è posizionata a sinistra;
- l'asse X secondo la direzione della congiungente i punti di ripresa, con senso positivo verso destra;
- l'asse Y secondo l'asse ottico della fotocamera, con senso positivo verso l'oggetto fotografato;
- l'asse Z, ortogonale al piano XY e senso positivo verso l'alto;
si può scegliere un punto, di cui è possibile conoscere le coordinate nel riferimento sopra citato, e, con le formule inverse, ricavarsi la distanza principale C e la posizione, nel piano del fotogramma, dell'origine del riferimento cartesiano ortogonale, che si determina sul fotogramma.
Nel programma StereoFot, quando si apre una nuova scheda, facendo click sul pulsante
taratura, compare un pannello che consente di ricavare i dati per l'orientamento interno, secondo i criteri sopra illustrati. Nella parte superiore sono riportati i campi da riempire con:
- le dimensione dei fotogrammi in pixel. Per facilitare il posizionamento della marca mobile, i fotogrammi (che sono caricati con una dimensione contenibile sullo schermo del computer utilizzato) possono essere ingranditi oltre le loro dimensione e, poiché è previsto il formato 4 x 3, è sufficiente digitare solo la larghezza desiderata del fotogramma;
- la base di ripresa, misurata in metri, corrispondente alla distanza tra le posizioni di un qualsiasi punto della fotocamera nelle due stazioni di ripresa;
- le coordinate x,y,z (nel riferimento di cui sopra) di un punto. È consigliabile, per la taratura della fotocamera, materializzare il sistema di riferimento, considerato che i dati ottenuti influiranno sulla precision delle misure;
- un pulsante che, premuto dopo aver posizionato la marca mobile sul punto scelto come riferimento, consente il calcolo della distanza principale e del decentramento (δx e δy) del punto principale (origine del riferimento cartesiano del fotogramma);
Nella parte inferiore, sotto i fotogrammi, sono riportate:
- le coordinate-lastra della marca mobile;
- quattro pulsanti-radio per la verifica di distanze AB e CD tra punti con allineamento parallelo ed ortogonale alla base;
Per rendersi conto della precisione conseguibile:
- posizionare la marca mobile su un punto;
- rilevare le cooordinate terreno con il "pulsante di verifica P", posto in fondo al pannello;
- selezionare uno dei quattro pulsanti-radio relativi rispettivamente a "base", "distanza principale" e "decentramento Δx e Δy del punto principale";
- agire sui tasti X e Z per variare i relativi valori, riportati in colore cyan;
- prendere visione dei risultati corrispondenti, riportati nei campi in giallo (valore) e rosso (differenza con il valore in cyan).
- fare click sugli stessi per trasferire i singoli valori ottenuti nei campi superiori, relativi alla taratura.
Le operazioni di taratura
Su ogni fotogramma metrico sono impresse quattro marche di riferimento, congiungendo le quali si visualizza il riferimento cartesiano del fotogramma, indispensabile per rilevare le coordinate dei punti oggetto della restituzione.
Nel caso della camera stereometrica Wild C120, dotata di ottica decentrata, le marche di riferimento, presenti su ogni lastra, sono solo due, poste ad 1/3 o 2/3 dell'altezza, secondo che il decentramento sia, rispettivamente, verso l'alto o verso il basso (il punto principale, ovviamente, si trova in mezzeria).
Sulle schede il decentramento indicato è l'opposto di quello reale, per cui al decentramento "A" corrisponde un angolo di ripresa maggiore verso l'alto e viceversa.
Le operazioni di taratura consistono nel far coincidere il sistema di riferimento del fotogramma con quello previsto da programma.
A tal fine, con il click sul pulsante "taratura", sui fotogrammi compaiono delle marche di riferimento fisse e viene evidenziato un pannello con dei pulsanti ,che consentono di ruotare, oltre che spostare in orizzontale e verticale, ogni fotogramma, in modo da far coincidere le marche impresse sul fotogramma con quelle del quadro.
I dati vengono registrati in appositi campi, posti a destra dei pulsanti e, nel caso i fotogrammi vengano importati, sono archiviati insieme ai fotogrammi stessi.
Il disegno
Per l'analisi del rilievo e l'integrazione dei grafici, selezionando i relativi pulsanti radio, sono utilizzabili le seguenti funzioni:
- "interruzione". Interrompe qualsiasi funzione grafica;
- "linea". Traccia una segmento congiungente i due punti, in cui si abbassa e alza il mouse. La distanza tra questi due punti viene riportata nella barra superiore (misure - lunghezza);
- "arco". Traccia una arco a tutto sesto congiungente i due punti, in cui si abbassa e alza il mouse. La lunghezza dell'arco ed il relativo raggio sono riportati nella barra superiore (arco - lunghezza - raggio);
- "rettangolo". Traccia una rettangole avente i vertici opposti nei due punti, in cui si abbassa e alza il mouse;
- "cerchio". Traccia una cerchio avente il centro nel punto in cui si abbassa il mouse ed il raggio uguale alla distanza tra i due punti, in cui si abbassa e alza il mouse;
- "bézier". Dispone di quattro maniglie, che consentono di dare alla curva la forma desiderata;
- "quadratica". Dispone di tre maniglie, con cui è possibile dare alla curva la forma desiderata;
- "libero". Consente il disegno a mano (mouse) libera;
- "canc.libero". Consente il disegno a mano (mouse) libera;
- "cancella". Cancella il grafico;
- "colore". Apre un menu per la scelta del colore;
- "spessore". Apre un menu per la scelta dello spessore della linea;
La digitalizzazione
Con il pulsante-radio "DIGITA" selezionato e l'utilizzo dei pulsanti sottostanti, le coordinate di ogni punto, in cui si fa click, vengono memorizzate nel secondo campo. Ciò rende possibile la digitalizzazione di qualsiasi grafico, tenendo presente che per digitalizzare:
- "arco", occorre fare click sul primo punto d'imposta, premere il pulsante "arco", quindi fare click sul secondo punto d'imposta;
- "rettangolo" occorre premere il pulsante "rettangolo" e fare click su due vertici opposti;
- "cerchio" occorre premere il pulsante "cerchio" e fare click sul centro e su un punto della circonferenza;
- "bézier" occorre:
- selezionare il pulsante "bézier" in modo da far comparire la curva, con le relative maniglie;
- fare click sul pulsante "bézier" (scritta bianca su fondo rosso);
- fare click, in senso orario, sulle maniglie;
- "quadratica" occorre:
- selezionare il pulsante "quadratica" in modo da far comparire la curva, con le relative maniglie;
- fare click sul pulsante "quadratica" (scritta bianca su fondo rosso);
- fare click, in senso orario, sulle maniglie;
La restituzione grafica
Se si intende effettuare una restituzione grafica, occorre tener presente che il rilievo fotogrammetrico mette a disposizione le coordinate spaziali (xyz) di tutti i punti visibili su entrambi i fotogrammi.
Per rappresentare, per esempio, la pianta di una chiesa, occorre non solo effettuare più riprese, ma sarà necessario integrare le informazioni indispensabili per rappresentare i punti non visibili in fotografia.
Per verificare, quindi, il rilievo o, semplicemente per prendere appunti, sono a disposizione tre tavolette grafiche in grado di collegare graficamente i punti rilevati, rispettivamente nei piani xy (pianta), xz (prospetto) e yz (sezione), più precisamente:
- il pulsante "importa rilievo" apre una finestra contenente l'elenco delle coppie di fotogrammi (di cui è stata già effettuata la restituzione) e, con un click sulla coppia prescelta, i dati vengono riversati nel primo campo (in alto a sinistra);
- il pulsante "disegna" provvede alla rappresentazione grafica nel piano xy (pianta) dei punti importati;
- il pulsante "cancella" provvede alla cancellazione del grafico;
- con l'ulilizzo dei tasti-freccia il grafico viene spostato nelle due direzioni x e y (valori relativi sono riportati nella barra superiore);
- lo stesso grafico può essere ruotato, solo nel caso della rappresentazione planimetrica, con l'ausilio dei tasti "Z" e "X" (l'angolo di rotazione viene riportato nella barra superiore);
- con i tasti "N" e "M" si può ottenere l'ingrandimento o al riduzione (il valore viene riportato nella barra superiore);
- il pulsante "archivia" importa i dati del grafico, nella nuova posizione, nel secondo campo (medio a destra). È facile notare che, da questo momento, si procede solo con la rappresentazione piana;
- il pulsante "disegna (sottostante il campo) effettua la rappresentazione dei dati archiviati solo temporaneamente.;
- il pulsante "svuota" cancella i dati nel secondo campo. Prima di cancellare questi dati, occorre importare i dati della ripresa successiva (avente almeno due punti in comune con quella appena trattata) e, mediante roto-traslazione, unirla a quella esistente;
- il pulsante "aggiungi" importa i dati del secondo campo nel terzo ( in basso a destra), accodandoli a quelli già esistenti;
- il pulsante "disegna" (sottostante il terzo campo) rappresenta graficamente la composizione ottenuta;
- il pulsante "cancella" (sottostante il terzo campo)provvede alla cancellazione del grafico finale (solo se questo questa è soddisfacente, si può provvedere alla cancellazione dei dati contenuti nel secondo campo);
- il pulsante "importa" consente di importare, nel terzo campo, i dati relativi ad altre rappresentazioni bidimensionali precedentemente effettuate e depositate sul server;
- il pulsante "esporta" esporta in archivio, sul server, i dati contenuti nel terzo campo;
- il pulsante "stampa" provvede alla stampa della pagina.
Il test di precisione
Per avere un'idea della precisone raggiungibile è opportuno utilizzare i fotogrammi del campo di prova di Heerbrugg, in dotazione alla camera stereometrica Wild C120, su cui sono riportate quattro mire di riferimento disposte a " T " e aventi coordinate in metri:
- x = 0,60, y = 6,00 (A, la più vicina);
- x = -9,40, y = 20,00 (B, a sinistra);
- x = 0,60, y = 20,00 (C, centrale);
- x = 10,60, y = 20,00 (D, a destra).
Il campo di prova può essere richiamato anche dal menu
soggetto selezionando la voce
test e dal menu
note.
La registrazione dei dati
Una volta effettuato il puntamento, cioè dopo aver posizionato la marca mobile su di un punto (praticamente su entrambi i fotogrammi), è possibile registrare le cordinate con il pulsante "rileva". Facendo click su quest'ultimo, compaiono tre campi a scorrimento, dove vengono registrati, nell'ordine, il numero d'ordine del punto stesso, le coordinate-terreno xyz (x secondo la congiungente le camere, y secondo l'asse ottico della camera di sinistra e z ortogonale ad entrambi), le coordinate-lastra xy (origine nel punto principale, asse x secondo la congiungente le marche fisse e asse y ortogonale) e le coordinate-terreno sul piano xy orizzontale.
Con maggior precisione:
- nel primo campo vengono registrate le coordinate-terreno nel riferimento xyz della stereocamera;
- nel secondo le coordinate-lastra x1,y,x2 (l'ordinata y dei punti fotografati è identica su entrambi i fotogrammi);
- nel terzo campo vengono registrate le coordinate-terreno dei punti rilevati, proiettati sul piano orizzontale, in un riferimento che vede gli assi y e z ruotati in modo da risultare rispettivamente orizzontale e verticale. Naturalmente i dati diquest'ultimo campo coincidono con quelli del primo, quando la ripresa vien fatta con assi ottici orizzontali.
La restituzione
Per restituzione intendiamo l'operazione con cui ricaviamo le coordinate-terreno di un punto fotografato, ma è da affrontare il problema della finalizzazione, poché chi effettua la restituzione non è l'utente finale del rilievo e, quindi, difficilmente sa quali sono i particolari da rappresentare.
La possibilità di avere a disposizione il modello ottico tridimensionale ha reso inutile la vecchia restituzione continua. Infatti, quando la restituzione avveniva in laboratorio, mediante costosissime apparecchiature, osservando il modello ottico tridimensionale, si elaborava una rappresentazione, dell'oggetto fotografato, in proiezione ortogonale nel piano xy (pianta) oppure xz (prospetto), elaborati che venivano forniti all'utente quale prodotto finale.
Oggi, grazie ai restitutori digitali, l'utente stesso può rilevare informazioni dai fotogrammi, o riportare nuove informazioni sugli stessi fotogrammi e si parla, perciò, di:
fotogrammetria diretta quando viene utilizzata per rilevare le coordinate spaziali di punti appartenenti ad oggetti realmente esistenti.
fotogrammetria inversa quando serve per rappresentare sui fotogrammi elementi architettonici progettati o per la ricostruzione virtuale di edifici parzialmente crollati.
Con il passaggio della fotografia dal supporto analogico a quello digitale, inoltre, grazie all'utilizzo di programmi di modellazione, oggi più che di fotogrammetria inversa si parla di modellazione stereometrica.
elaborazione effettuata con il restitutore universale Wild A2 di ua ripresa effettuata con il fototeodoloite Wild P30 (1974)
Il puntamento
Un qualsiasi punto, riportato su entrambi i fotogrammi, può essere raggiunto in due modi:
- in modalità diretta (la via più semplice), portando con i TASTI FRECCIA la marca di sinistra sul punto interessato del fotogramma di sinistra e, poi, utilzzando i tasti "C" e "V", si sposta la sola marca destra sul punto corrispondente del fotogramma di destra.
Questa via, però, è percorribile quandi occorre effettuare rilievi su superfici continue, prive di punti significativi: in questo caso è indispensabile far ricorso all visione stereo, operando in modo simile a quello seguito nella fotogrammetria inversa.
- in modalità inversa, in stereovisione, spostando la marca mobile nel piano xz con i TASTI FRECCIA e lungo l'asse y con i tasti "C" e "V".
Inizialmente se non si è molto esperti, quando si ossserva l'immagine tridimensionale sotto lo stereoscopio, per assicurarsi che il punto sia poggiato sulla superficie, si consiglia di effettuare piccoli spostamenti lungo l'asse
y (avanti e indietro): quando la marca mobile va oltre la superficie rilevata, dovrebbe sdoppiarsi.
La precisione del rilievo
Il grado di precisione raggiungibile è, come sempre, il frutto di un compromesso.
Da prendere in prima considerazione, c'è l'errore di puntamento: anche con l'ausilio della visione stereo, ognuno poggia la marca mobile sul punto da rilevare in modo del tutto personale.
Dando per scontato che, in fase di ripresa, l'operatore non abbia mai dimenticato, prima dello scatto, di fissare la lastra sul quadro di appoggio, a questo tipo di errore dobbiamo aggiungerne una serie che potremmo definire sistematici e che, nel caso particolare, potremmo riassumere come segue:
- la pellicola deve essere stata sistemata nello scanner in modo da assicurarne la planeità. In caso contrario il quadro impresso non risulterà rettangolare; (sui bordi del fotogramma si potranno notare delle zone nere triangolari);
- la scansione nei due sensi ortogonali può differire. Nel nostro caso particolare, il formato immagine dei fotogrammi è di 80x60 mm. con un rapporto base/altezza di 1,33, ma dopo la scansione l'immagine ottenuta presenta un formato 3448x2567 pixel, con un rapporto b/a di 1,34320218153487. In pratica, dopo la scansione, l'altezza di ogni fotogramma avrebbe dovuto essere portata da 2567 a 2586 pixel, ma questo non è stato fatto, perché considerato trascurabile;
- la lastra ha un margine di spostamento nello chassis, per cui la sua posizione sul quadro di appoggio della camera non è fissa, quindi quasi sempre il quadro-immagine impresso sul fotogramma risulta ruotato. In fase di scansione, poi, il tutto è soggetto ad altra rotazione. La correzione di questa rotazione è stata fatta con Photoshop, utilizzando le marche di riferimento.
- dopo la scansione e la correzione della rotazione, i fotogrammi sono stati portati alla dimensione di 800x600 mm. (2285x1701 pixel). Con tale ingrandimento (10x) la distanza tra le marche di riferimento dovrebbe essere di 750 mm. e di 25 mm. la distanza delle stesse dai bordi;
- a rigor di termini, nell'ingrandimento dei fotogrammi, occorrerebbe tener conto della distanza fra le marche di riferimento (in origine di 75 mm.) piuttosto che della larghezza del fotogramma, ritagliato pur sempre con scarsa precisione. Nel restitutore, la distanza principale ha subito lo stesso ingrandimento dei fotogrammi (10x), ma in realtà bisognerebbe riferirsi all'ingrandimento della distanza fra le marche. Anche questa operazione è stata trascurata per il ridottissimo scarto esistente.
In questa sede, per avere un'idea della precisione raggiungibile è opportuno utilizzare i fotogrammi del campo di prova (sono stati digitalizzati i fotogrammi forniti in dotazione alla camera stereometrica), che, per operare nelle condizioni più sfavorevoli, prima sono stati ridotti alla dimensione di 800x600 px e successivamente ingranditi alla dimensione di 800x600 mm. (2285x1701 px).
Su questi fotogrammi si intravedono quattro mire di riferimento, disposte a "
T".
La prima mira ha coordinate A(0.60, 6.00) ed è posta a 6 m., mentre le altre B(-9.40, 20.00), C(-0.60, 20.00) e D(10.60, 20.00) si trovano alla distanza di m.20.
Soffermandoci su quella più vicina (distante 6 m.) ci rendiamo facilmente conto che la misura varia tra 5.99 e 6.02 m. (l'errore non scende sotto il centimetro) e la spiegazione ci viene subito dalla lettura dei campi, tutti con valori decimali da rappresentare con i pixel non... divisibili!
Indubbiamente si potrebbe aumentare la dimensione dell'immagine e, di conseguenza, il peso della stessa (...da trasferire via rete), ma
la spesa vale l'impresa?
Origine del sistema di riferimento xyz
In fase di ripresa, l'origine del sistema xyz delle coordinate-terreno viene fissato nel punto di ripresa di sinistra, quindi, anche in fase di restituzione, di default, la posizione dell'origine rimane invariata e nella finestra, che compare dopo aver fatto click sul pulsante "rileva", troviamo, nel primo campo, i valori (x, y, z), cioè le coordinate-terreno del punto rilevato.
Nella modalità "inversa", è possibile spostare l'origine del riferimento, nel punto in cui si trova la marca mobile, utilizzando il pulsante "nuovo origine". In questo caso una finestra di dialogo chiede la conferma e, in caso affermativo, il rilievo già effettuato viene cancellato dal campo, per dar posto al rilievo con il nuovo origine, le cui coordinate rispetto al riferimento originale, sono riportate in appositi campi.
La marca mobile
La marca mobile, destinata ad essere posta sul punto da rilevare, è rappresentata da un piccolo cerchio con quattro trattini, disposti a croce e di colore giallo, quando si utilizza la fotogrammetria diretta, e da una palina, di colore giallo-nero, quando si sceglie la fotogrammetria inversa. Per quanto riguarda gli spostamenti della stessa, occorre tener presente che:
- nella modalità "diretta", è possibile spostare con i tasti-freccia entrambe le marche (destra e sinistra), nel sistema di riferimento dei fotogrammi, in modo simultaneo, mentre con i tasti "C" e "V" si sposta la sola marca di destra nella direzione orizzontale (nella visione stereo la marca si muove in profondità;
- nella modalità inversa, la marca si sposta nel sistema xyz, con origine nel punto di ripresa di sinistra. In particolare, con i tasti-freccia la marca viene spostata nel piano xz, mentre con i tasti "C" e "V" lo spostamento avviene nella direzione y (profondità). Un campo, di colore blu, riporta l'asse, secondo cui avviene lo spostamento, e il valore della coordinata relativa.
I fotogrammi metrici
In fotogrammetria si usano i termini "fotogramma" (e non "negativo" o "diapositva" o "fotografia") e "lastra" (e non"pellicola"), per ricordare quanto siano indispensabili le caratteristiche "metriche".
Lo schema, sopra riportato. evidenzia che le coordinate-terreno di un punto
P dipendono da:
- la base "b", distanza tra i punti di ripresa, misurata in metri;
- la distanza principale "c", distanza tra il centro di proiezione ed il piano del fotogramma, misurata in millimetri e riportata sui fotogrammi (in questo caso 63,47 e 63,43), insieme al numero di matricola della camera (1433);
- le coordinate-lastra "x1, z1" e "x2", per le quali l'origine del sistema di riferimento cartesiano è rappresentato dall'intersezione dell'asse ottico con il piano del fotogramma (punto principale) e viene individuato da "marche" impresse sul fotogramma (in questo caso le marche sono due e l'origine del sistema si trova al centro della congiungente le stesse);
- la planeità. In origine, quale supporto dell'emulsione sensibile, venivano adotattati dei vetri rettificati (da cui il nome di "lastra", ancora oggi adottato);
Nelle camere aeree (con un formato di 23 x 23 cm.), quando, per ovvi motivi pratici, si è sostituita la "pellicola" alla "lastra", il dorso di appoggio (perfettamente piano) della stessa è stato dotato di una serie di fori di aspirazione, grazie ai quali, al momento dello scatto della fotografia, era assicurata la perfetta aderenza della pellicola e, quindi, la sua planeità.
Nel caso della camera stereometrica Wild C120, nata per le lastre rettificate (formato 6 x 9 cm.), in occasione dell'intervento nelle zone terremotate, si è fatto ricorso a pellicole piane dello stesso formato, che, prima di ogni campagna di ripresa, venivano "incollate" su vetrini, resi adesivi con un'apposito spray.
Per la restituzione digitale, i negativi, del formato immagine 60 x 80 mm., ottenuti con una stereocamera Wild C120, sono stati digitalizzati a 72 dpi, con dimensioni 3645x2715 pixel (128x95 cm.) con uno scanner EPSON 1640SU e ridotti alle dimensioni di 2269x1701 pixel (80x60 cm.), dieci volte superiore al formato originale.
- l'indeformabilità. Indubbiamente, con il passaggio dalle lastre alle pellicole, le cose non sono migliorate, ma nel nostro caso, con riprese fatte a distanze non superiori a 30 m., le conseguenze possono ritenersi trrascurabili.
Con il passaggio al digitale, poi c'è stato un ulteriore peggioramento, dovuto alla deformazione sistematica dell scanner ed alla non sempre curata posizione piana della pellicola nello scanner stesso;
- dimensioni. È abbastanza evidente che maggiore è il formato del fotogramma più chiara risulta la lettura dello stesso.
Nella fotogrammetria aerea il formato è di 23x23 cm. mentre nel nostro caso la lastra ha una dimensione di 6x9 cm. con un formato immagine di 6x8 cm.. Con il passaggio al digitale si è dovuto trovare un compromesso tra il formato, che avrebbe dovuto essere il più grande possibile, ed il peso, che al contrario avrebbe dovuto essere il più piccolo possibile, per essere trasmesso via rete. Nel nostro caso si è scelto il formato di 800x600 mm. (2285x1701 px), con un ingrandimento 10x, per la lettura dei punti, ed un formato di 800x600 px, per le visione sotto lo stereoscopio. Un'ulteriore riduzione (indicata nell'apposito campo) viene fatta per adattare la finestra ai comuni monitor.
Importazione di dati
Con il pulsante "importa" è possibile importare, dall'archivio del server, le coordinate-terreno e le coordinate-lastra (che saranno sistemate nei rispettivi campi) dei punti rilevati precedentemente.
Al click, compare una campo contenente l'elenco dei rilievi presenti in archivio, tra i quali è possibile scegliere il documento da importare.
È chiaro che, chi possiede i dati in un proprio archivio, grazie al copia-incolla, può copiare i dati dal prorio documento e inserili nei rispettivi campi.
Esportazione dei dati
Con il pulsante "esporta" è possibile esportare, nell'archivio del server, le coordinate-terreno e le coordinate-lastra (contenute nei rispettivi campi) dei punti rilevati, dopo aver assegnato un nome al documento nella finestra di dialogo.
Il documento può essere importato successivamente, per continuare o completare l'operazione di rilievo.
È chiaro che, chi vuol conservare i dati in un proprio archivio, grazie al copia-incolla, può copiare i dati su un prorio documento.
Annulla
È possibile annullare l'ultima operazione di rilievo effettuata con un click sul pulsante "
annulla", dopo aver dato conferma nell'apposita finestra di dialogo.
Per svuotare tutti e tre i campi si utilizza il pulsante "
reset".
Le coordinate
Quando parliamo di coordinate, in fotogrammetria, dobbiamo fare una distinzione tra;
coordinate-lastra
Su ogni fotogramma, al momento della ripresa, vengono impresse, su bordi verticali, due marche di riferimento, destinate a determinare un riferimento cartesiano orgonale con:
- origine nel punto di mezzeria della congiungente le marche stesse;
- asse X, secondo la congiungente stessa, con senso positivo verso destra;
- asse Y, secondo l’asse di detta congiungente, con senso positivo verso l’alto.
Il programma visualizza, con un click su
"rileva", le coordinate-lastra della marca mobile sui due fotogrammi. I campi indicano:
- l'ascissa Xs della marca di sinistra;
- l'ascissa Xd della marca di destra;
- l'ordinata Ys della marca di sinistra, che è la stessa per la marca di destra Yd.
Facendo click sul pulsante
"rileva", dette coordinate vengogono registrate in un apposito campo, per essere esportate nell'archivio del server.
- Le coordinate-terreno
Le coordinate cartesiane di tutti i punti, presenti sui fotogrammi stereometrici ed individuati dalla marca mobile, fanno parte di un riferimento cartesiano ortogonale monometrico avente:
- l'origine nel punto di ripresa di sinistra;
- l'asse x nella direzione della congiungente i due punti di ripresa con senso positivo verso destra;
- l'asse y coincidente con l'asse ottico della camera di sinistra con senso positivo verso l'oggetto ripreso;
- l'asse z, perpendicolare al piano xy con senso positivo verso l'alto.
Con un click sul tasto
"mostra rif. cart." è possibile visualizzare detto sistema su entrambi i fotogrammi.
Ripresa con la stereocamera Wild C120