Prendiamo in considerazione la Carta dei Beni Culturali di Serracapriola.
Se facciamo click su monumenti, comparirà una serie di segnalini e, passando il mouse su ognuno di essi, vedremo comparire un fumetto contenente la fotografia del monumento ed un link, che apre una finestra, in cui possiamo richiamare non solo il rilievo architettonico del monumento, ma anche la storia dello stesso.
Quando parliamo di storia non dobbiamo limitarci alla “grande storia”, ma ci possiamo riferire anche ai piccoli episodi, reali o immaginari, di ogni giorno (quali l'eliminazione della torretta o l’intervista al duca o la leggenda della finestra murata).
La grande differenza tra la documentazione su supporto cartaceo e quella sul web, sta proprio nella capacità di quest’ultima di essere aggiornata in tempo reale e di non aver limiti di capienza.
Ammesso e non concesso che il gestore del sito di Serracapriola scarti le nostre informazioni, per esempio, sul Castello, possiamo sempre inserirle su di un nostro sito (se disponiamo di posta elettronica, disponiamo anche di uno spazio web) e fare un link alla pagina web contenente le informazioni, a nostro giudizio, inesatte o incomplete. Per il resto vale la “legge del Web”: la graduatoria dei siti, che trattano uno stesso argomento, è funzione delle richieste di visita e, più che in ogni altra occasione, il tempo si dimostra “galantuomo”.
Ma diamo spazio, in questa sede, all’ipotesi che il webmaster non eserciti il proprio “potere” e pubblichi qualsiasi informazione.
Supponiamo di aver scoperto una cappella votiva in campagna. Non dobbiamo fare altro che click su “segnalino“ e spostare nel punto individuato il segnalino che compare con il fumetto. Ad operazione ultimata facciamo click su “OK”, compiliamo la scheda che ci viene mostrata e, nel giro di qualche minuto abbiamo dato un contributo non trascurabile alla documentazione del nostro territorio.
La richiesta del nominativo e dell’indirizzo di posta elettronica, serve a renderci reperibili per fornire risposte ad ulteriori informazioni in caso si arrivi a gruppi di discussione.
Per meglio comprendere il funzionamento di questo nuovo tipo di “Carta dei Beni Culturali”, dobbiamo far “tabula rasa “ di una serie di tabù, che hanno condizionato la documentazione dei Beni Culturali per moltissimi anni.
Dobbiamo pensare che “Bene Culturale” può essere anche l’infisso esterno o il portone della nostra abitazione.
Rimanendo sempre nel Comune di Serracapriola, possiamo pensare alla classica “persiana in legno”.
Per “fare cultura” non basta dire che essa va conservata perché “antico è bello”, ma bisogna capire perché ci piace, perché la sua funzione in estate è preferibile a quella svolta dalle persiane in alluminio. Se dovessimo accertare che la persiana in legno, esposta al sole, si arroventa più di quella in alluminio, non possiamo preferirla a quest’ultima. Viceversa non possiamo limitarci al vantaggio offerto dal legno rispetto al metallo, ma dobbiamo continuare nell’analisi.
Un bene diventa culturale quando, “letto e riscritto”, presenta dei vantaggi rispetto ad altri beni della stessa categoria.
Se ci premuriamo di inserire i risultati delle analisi, da noi fatte, nella scheda di documentazione avremo fornito una autentica “scheda documentaria”. Non dobbiamo preoccuparci di eventuali imprecisioni nel linguaggio o nella rappresentazione, pensiamo semplicemente che le nostre analisi possano dare ad altri lo spunto per ulteriori indagini.
Non dobbiamo dimenticare che l’uomo è passato, dalle palafitte agli edifici monumentali, attraverso piccoli, ma continui, miglioramenti.
Con l’introduzione della progettazione e rappresentazione nello spazio bidimensionale, l’uomo moderno ha smesso di “copiare” l’architettura dei propri Avi, realizzando, sul foglio di “carta bianca” degli “edifici jolly”, adattando ad essi l’ambiente.
Con la carta dei Beni Culturali on-line dobbiamo recuperare l’antica capacità di “osservare, analizzare e realizzare (migliorando)”: Trattasi dell’antico metodo del “copiato”, che ha consentito a tante generazioni di imparare a "Leggere e scrivere”.