Georeferenziare un bene culturale significa individuarne la posizione sulla superficie terrestre.
In passato, l'operazione, di tipo topografico, era tutt'altro che semplice e, come risultato, forniva, come coordinate, la latitudine e la longitudine. Generalmente, si preferiva ricercare la posizione sulla cartografia, facendo riferimento a punti noti, ma difficilmente la localizzazione di un Bene Culturale era definita dalle coordinate geografiche.

Rimane fuor di ogni dubbio che, nel caso della cartografia analogica, per problemi dimensionali della carta stessa, per individuare, per esempio, la Basilica di San Nicola, si faceva molto prima a dire che la Basilica si trova Bari (e, quindi, consultare la cartografia di questa città) che a rintracciare il monumento fornendo solo la latitudine e la longitudine.
Identico discorso vale per la cartografia digitale off-line: appare improbabile la diffusione di un DVD contenete la cartografia dell’intera superficie terrestre.

Con l’arrivo della cartografia on line, quali Maps Google e Maps Live, scrivere il nome del monumento, nel campo riservato alla ricerca, quasi certamente non porta ad alcun risultato. Mentre se inseriamo le coordinate del monumento stesso, lo troveremo in tempo reale e potremo persino girargli intorno, quando sono presenti immagini fotografiche riprese con asse inclinato.
Su questo tipo di cartografia, per georeferenziare un Bene Culturale, è sufficiente individuarlo sull'immagine fotografica e fare un semplice click. E' sufficiente, poi, inserire le coordinate ottenute, sul "gps" della nostra auto per raggiungere, senza difficoltà, il monumento ricercato.

Oggi, dunque, le coordinate geografiche rappresentano, per i Beni Culturali, ciò che il codice fiscale è per le persone. Indubbiamente non è sufficiente fornire solo le coordinate, ma, in una qualsiasi catalogazione, esse dovranno essere necessariamente associate al nome del Bene Culturale.